Pietre di latte

galalite

Immaginereste che l’oggetto nella foto in alto sia fatto unicamente a partire da latte e aceto? Non c’è truffa non c’è inganno. Ma soltanto della chimica!

Bottoni, manici di coltelli, penne, interruttori e tasti di pianoforte. Tutto questo è stato fatto, tra il XIX e il XX secolo in galalite, o pietra di latte. Gli accessori, prima di quest’epoca, erano fatti di materie naturali di origine animale o vegetale (corno, avorio, ebano, osso, madreperla). Quando queste materie hanno cominciato ad essere rare o troppo costose, si è cercata un’alternativa. Sono state allora rimpiazzate con la galalite, che le imita abbastanza bene. Anche i falsari l’hanno utilizzata per imitare l’avorio.

White casein Australian Royal Airforce pre-1953 buttons
Bottoni della Australian Royal Airforce (circa 1953)

Prima della produzione e della diffusione massiva delle materie plastiche d’origine sintetica (in gran parte derivate dal petrolio), si producevano plastiche dette artificiali, derivate da materie prime naturali. Alcuni esempi sono la celluloide e l’acetilcellulosa, fabbricate a partire dalla cellulosa, e la galalite fabbricata a partire dalla caseina.

La galalite è un polimero, cioè una sostanza composta da lunghissime molecole. Come indicato dal suo nome (dal greco gala=latte e lithos=pietra), si tratta di una materia dura fabbricata a partire dal latte.

Come fabbricare la galalite

Vediamo innanzitutto la composizione del latte di mucca (le percentuali sono indicative, dipende dal tipo di latte).

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Il composto che ci interessa è la caseina. Per separarla dal resto, bisogna insolubilizzarla e farla precipitare. Bisogna, cioè, far coagulare il latte.

La produzione della galalite assomiglia un po’ alla produzione del formaggio. Per far cagliare il latte si usa un caglio composto da enzimi di origine animale, vegetale o microbica. O un acido come l’aceto. Per fabbricare la galalite si usava la formaldeide, ma funziona bene anche l’aceto.

Ricetta della galalite

Materiale

  • 150 ml di latte (un bicchiere)
  • 15 ml di aceto (2 cucchiai)
  • carta da filtro
  • un gambaletto di nylon
  • un imbuto
  • stampini per biscotti

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Far bollire il latte nel forno a microonde a potenza massima per un minuto e mezzo circa. Aggiungere l’aceto e mescolare. Lasciar cagliare (raggrumare) qualche secondo. Filtrare mettendo il gambaletto e la carta da filtro sull’imbuto. Si separa quindi la parte solida dalla parte liquida, chiamata siero del latte, di cui non ci si serve in questo caso. Si ottiene una specie di ricotta che si recupera e si mette nelle formine per biscotti. Dopo qualche giorno, il liquido residuo sarà evaporato e la materia sarà diventata dura. L’oggetto sarà rimpicciolito.

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Con un tocco di pittura acrilica, si può anche dare a questi oggetti un aspetto più colorato. Perché non incollare un filo e fare delle decorazioni per l’albero di Natale, o semplicemente fabbricare dei galaliti per spiegare un po’ di chimica e di produzione alimentare?

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8 commenti su “Pietre di latte”

  1. Ho sempre pensato che fosse una bufala quando mia nonna mi diceva che certi bottoni si sfacevano se lavati con acqua troppo calda perché erano fatti di formaggio!

      1. Salve Fabio, grazie del tuo commento. La ricetta qui esposta è una ricetta che si usa per fare delle esperienze con i bambini e non ha la pretesa di essere rigorosa come in un processo industriale. Poi all’orale con i bambini si possono dare ulteriori spiegazioni. Comunque grazie del tuo contributo!

  2. Mio papà era il titolare della ditta PROTEOLITE che fino agli anni 80 produceva la galalite Milano, prima in Viale Bligny 13 e poi in Viale Giambellino ha poi dovuto chiudere per la concorrenza dei nuovi materiali plastici ottenuti dal petrolio che poi hanno contribuito ad avvelenare il pianeta. Ora ci disperiamo per quanto sta accadendo con l’invasione delle microplastiche! Ma non era meglio proseguire con la galalite che è un prodotto naturale che si ottiene dal latte? A quei tempi, nella bergamasca e anche nel bresciano si era creato un vero e proprio distretto industriale di bottonifici che producevano dei bottoni di alta moda, altro che quelli di adesso!
    Allora si importava la caseina presamica soprattutto dalla Nuova Zelanda, dalla Norvegia, dalla Svizzera, ma poi si era smesso di produrre la presamica per lasciare il posto alla produzione del latte in polvere e le ditte come la nostra, anche la Galakerite, la Lactolite e la Polenghi Lombardo, che oltre a tutto produceva anch’essa la galalite e anche alla’estero hanno smesso la produzione. MI piacerebbe trovare qualcuno interessato a far risorgere la galalite al posto che le spetta, prodotto naturale e di ben altro pregio. Tel. 3398159597.

    1. Grazie mille per la sua testimonianza. Non sono un’esperta di queste questioni ma tutte le produzioni hanno un impatto sull’ambiente, anche solo importare dalla Nuova Zelanda ma anche allevare gli animali in Italia. Per la qualità sono convinta che quei bottoni erano di migliore qualità

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